Osteria dei Sognatori
Via Alassio, 291
41125 Modena
Tel. 059 4820522
Cena di San Valentino. Di solito non vado mai a cena per San Valentino soprattutto perchè molti ristoranti colgono l'occasione di pelarti per quella sera. Ma se un ristorante tiene i soliti prezzi è sempre un'occasione in più per andare a cena, no?
Ed è il caso dell'Osteria dei Sognatori
Di solito sono molto restìa ad andare in ristoranti dove non sono mai andata o diversi da dove i miei “fidati” mi mandano, ma in questo caso avrei fatto un grosso errore (e probabilmente non solo in questo caso...). La prima volta ci sono andata grazie alla mia amica Barbara e da subito l'osteria dei Sognatori ha scalato la mia classifica personale fino ai primi posti.
La location è un piccolo capannoncino e questo, personalmente parlando, non mi garba granchè perchè sembra proprio di mangiare nel garage di qualcuno: si mangia in questo stanzone lungo con i vasistas in fondo alla stanza senza un qualche separé che ti dia un po' più l'idea di locale e non di garage. Però devo dire che è sapientemente mascherato fra tende, foto e quadri appesi alle pareti, un bel contrabbasso e altri mobili che danno un po' di più il senso di “casa”.
Ma parliamo di cose serie: il cibo.
La cucina è biologica e si divide fra tradizionale piemontese ed emiliana.
Si parte appunto con dei grissini e pane biologico. Ieri sera ci hanno portato ad accompagnare i grissini anche una mousse direi di Parmigiano. Semplicemente buonissima, molto delicata e i grissini uno tira l'altro. Insomma, in 30 secondi finiti i grissini e anche la mousse.
Antipasti: l'altra volta avevo preso il piatto di antipasti misti dove avevi diversi assaggi fra battutta di Fassona Piemontese, un involtino di peperone con formaggio caprino, un tortino di patate e carote con formaggio, topinambur con bagna caoda e, per concludere, un'insalatina con melograno. Antipasto molto gradevole ma la battuta di Fassona Piemontese è eccezionale. E infatti, come mi ero ripromessa l'altra volta, questo giro ho preso solo la battuta di Fassona. Fenomenale. Da provare assolutamente.
I primi: Ravioli di fonduta con noci pestate: ravioli riepieni con fontina di alpeggio. Buoni ma un po' dolciastri per quello che mi riguarda. Preferisco dei sapori un po' più decisi.
Tajarin con sugo di salsiccia di Bra: tagliolini di pasta fresca conditi con salsiccia di Bra. Saporiti al punto giusto e la pasta si sente che è fresca. Proprio gustosi.
I secondi: porri di Cervere con uovo a bassa temperatura: mi sono arrivati questi tre porri con un uovo appena scottato appoggiato sopra in modo che, appena toccato, si spandesse sui porri. Allora con questo piatto ho un po' litigato perchè l'uovo scivola via da tutte le parti e fai fatica a mangiare tutto insieme. Qui il mio giudizio ricalca quello dei ravioli: buoni ma un po' dolciastri.
E invece i miei commensali hanno preso filetto di maiale all'arancio e aceto balsamico: quando ho letto questo piatto sul menù non l'ho scelto perchè, in questi abbinamenti, ho sempre paura che prevalga un sapore sull'altro dando un gusto poco equilibrato nell'insieme. Invece in questo piatto nulla da dire: filetto tenerissimo con una gradevolissima salsina all'arancio sopra fresca e delicata senza che si senta troppo il gusto deciso dell'aceto balsamico e neanche l'amarognolo che può rimanere come retrogusto nei piatti conditi con arance. Insomma tutto in perfetto equilibrio.
Filetto di manzo al sangue in bagna caoda: spettacolare. Quando ti propongono questo piatto, i ristoratori ti fanno presente che solitamente la bagna caoda viene messa direttamente sopra al filetto ma, per chi non l'ha mai sentita, può anche essere messa in un bicchierino a parte. E così è stato per noi. Anche qui filetto morbidissimo, neanche un po' elastico. In più, facendo l'aggiunta della bagna caoda, si creava un contrasto di sapori esaltanti: di base c'era la scioglievolezza e la morbidezza del filetto di manzo a cui seguiva quella punta saporitissima data dall'acciuga usata nella preparazione della bagna caoda. Ripeto: spettacolare.
I vini: Nebbiolo “Curto” doc e Dolcetto Monferrato docg.
Qui non sono rimasta molto soddisfatta nel senso che, l'ultima volta, avevo preso un Nebbiolo buonissimo che mi è rimasto in testa per una settimana ma non ne ricordavo il nome. Abbiamo allora preso questo Nebbiolo “Curto” ma legava un po' troppo.
Il Dolcetto invece era più leggero e sobrio ma, preso dopo il Nebbiolo, rimaneva un po' vanificato perchè avevi ancora il legnoso del Nebbiolo che prevaleva.
Comunque la carta dei vini è molto fornita quindi ritenterò la prossima volta.
Spesa: Eravamo in 4 e abbiamo speso 35 euro a testa per 3 antipasti (uno misto e due battute di Fassona), 4 primi, 4 secondi, un dolce, 2 bottiglie di vino, una di acqua, 4 caffè e grappe biologiche offerte.
Giudizio finale: assolutamente 4 tortelli su 5 senza ombra di dubbio. Assolutamente da provare e riprovare!
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